Non avevo mai pensato al carattere geometrico delle bugie, per fortuna ci ha pensato Proust a ispirarmi un'immagine bellissima. C'è un gioco per bambini che consiste nell'infilare una figura solida,un triangolo o un cubo,nello spazio giusto: triangolo con triangolo, cubo con cubo.Dire una bugia è come cercare di infilare un triangolo nello spazio di un cubo, può darsi che ci entri, ma i contorni non combaciano. Voglio riportare per tutti questo estratto, inutile dirlo, magistrale:
"Swann riconobbe subito,in questo discorso,uno di quei frammenti d'un fatto vero che i bugiardi,presi di sorpresa,si confortano di far entrare nella composizione del fatto falso che stanno inventando,persuasi di dare alla Verità quel che le spetta e rubarne le apparenze.Sicuramente quando Odette aveva fatto qualcosa che non voleva rivelare,lo nascondeva molto in fondo a se stessa.Ma appena si trovava davanti a colui a cui voleva mentire,un turbamento la prendeva,tutte le sue idee sprofondavano,le sue facoltà d'invenzione e di ragionamento rimanevano paralizzate,nella testa non trovava altro che il vuoto;pure bisognava dire qualcosa,e,a portata di mano,incontrava precisamente la cosa che aveva voluto dissimulare e che,essendo vera,era la sola rimasta.Ne staccava un pezzetto,senza importanza in sé,dicendosi che dopotutto era meglio così,perchè si trattava di un particolare verificabile che non presentava gli stessi pericoli di un particolare falso. -Questo per lo meno è vero, si diceva, è sempre tanto di guadagnato;può informarsi, vedrà pure che è vero;non sarà mai questo a tradirmi.- Si sbagliava,era quello a tradirla;lei non si rendeva conto che quel particolare vero aveva degli angoli che potevano incastrarsi solo nei particolari contigui del fatto vero da cui arbitrariamente l'aveva staccato:e quali fossero i particolari inventati fra cui lo metteva,con la materia eccedente e i vuoti non riempiti,quegli angoli avrebbero sempre rivelato che non proveniva di lì.